venerdì 21 novembre 2008

l'importante è sapersi ascoltare?

ATTENZIONE A VOI CHE LEGGETE!Qui sotto mi accingo a scrivere qualche pensiero di non facile comprensione a causa della lentezza che intercorre dai miei neuroni alle dita della mano,quindi tastiera...abbiate comprensione e cercate di interpretare le mie parole al meglio...

Leggendo ieri il post di Gian Carlo non ho potuto fare a meno di pensare a quanto difficile sia raggiungere e mantenere un obbiettivo sportivo senza uscire dalla carreggiata.
Sono convinto che i vari Dottori,allenatori e campioni scrivendo su siti,blog e quant'altro lo facciano con cognizione di causa,ma dentro di me (uomo della strada)sono altrettanto convinto che non ci siano regole fisse da seguire quanto invece indicazioni da interpretare.
Personalmente vado a sensazioni,ad esempio ci sono settimane in cui spaccherei il mondo a furia di correre,nuotare, 'bicliclettare 'infischiandomi delle tabelle, e altre invece tipo questo periodo in cui non riesco a fare quello che dovrei.
Molti di noi,io in primis non sono campioni,non rasentano la perfezione fisica,non vivono per lo sport ma con lo sport,che è diverso.
Dovessi fare un paragone col mondo dei motori direi che i vari Baldini,Tergat,Gebreselassie sono dei bolidi da Formula 1,tanto potenti quanto delicati,mentre noi amatori,gente comune rappresentiamo le 'utilitarie'preparate da gara,delle 500 abarth vecchio stile con rattoppi fatti di nastro adesivo,qualche graffio e ammaccatura sul cofano,ma se carburate bene sanno dare belle soddisfazioni

...noi siamo SI quelli che guardano il risultato cronometrico ma anche non raggiungendolo portiamo a termine la gara a costo di arrivare zoppicando!
Tutto giusto ciò che scrive Fulvio Massini nelle parole riportate dall'amico di RunnerBlade anzi forse un pò mi toccano a causa delle evidenti verità ma vorrei sapere in quanti hanno assimililato tutti gli errori e come tali li riconoscono...il mio andare a sensazione non vorrei fosse un alibi usato da me,contro me stesso...
Per esempio,in molti sostengono che due maratone in un anno sarebbero l'ideale per quanto riguarda lo stress fisico ed il recupero muscolare,ma è una mia esperienza diretta il fatto che rendo (a livelli cronometrici e di sopportazione alla fatica)molto di più nella seconda maratona fatta a distanza di un mese che se ne facessi una ogni sei come suggerito!
Altro fatto:quest'anno a Venezia ho stampato il mio personale,ma se devo esser sincero non mi sono preparato come avrei dovuto nel tempo necessario e infatti ho sofferto da cani nel secondo tratto,ma il tempone l'ho ottenuto.Certo,arrivavo da un "lungo"come l'ecomaratona dei Cimbri ma come ritmi siamo completamente diversi.
Per darmi delle spiegazioni potrei azzardare che dipende dal fatto di avere ancora margini di miglioramento e magari raggiunto il mio massimo dovrò cominciare a riorganizzarmi su questo punto.

Intanto continuo con le mie SENSAZIONI neanche fossi una medium...e magari mi allenerò di più su come esprimere certi concetti...beata ignoranza!

2 commenti:

GIAN CARLO ha detto...

sicuramente hai margini esagerati, quindi non riesci a tirare tutto fuori in una gara e quella dopo la fai meglio...anche perchè l'età aiuta il recupero.
Chi la prepara con maggior meticolosità e riesce ad esprimersi al meglio(indipendentemente dal livello)...poi paga dazio per recuperare.
Cmq una cosa è certa, come tu dici, bisogna sapersi ascoltare...vale + di 100 tabelle.
Ti saluto passandoti il link di un giovane triathleta:
http://aletriathlon.blogspot.com/

fabio ha detto...

Credo che anche stavolta tu abbia ragione,e si sa...la verità mi fa male lo so!
Spero di aver la tenacia e l'intelligenza per far fruttare al massimo quello che mamma m'ha dato!
Grazie,anche del link